giovedì 22 dicembre 2016

Il capo perfetto: come gestire al meglio i rapporti con i dipendenti



Quando ci si trova in una posizione di rilievo e bisogna guidare i propri colleghi in modo da garantire all'azienda la massima produttività, spesso diventa difficile riuscire a giostrarsi bene, soprattutto dal punto di vista interpersonale. 

Quando si è semplici impiegati, il capo rappresenta una figura di riferimento ma bene o male sempre temuta, ma quando poi ci si ritrova nei panni del leader le cose cambiano moltissimo e diventa davvero difficile trovare il comportamento e l'atteggiamento perfetti. 

Se il capo perfetto è quello che permette a tutti i dipendenti di vivere il lavoro con serenità, in armonia e senza ansie, nella realtà dei fatti c'è sempre qualcuno che non fa le cose nel modo giusto e che va ripreso. Questo fa apparire il capo come il cattivo della situazione, ma non è sempre così. Per diventare dei leader di successo, in grado di dirigere un'azienda in modo impeccabile e aumentare la produttività dei dipendenti, occorre cercare di rispettare alcune norme che sono alla base del perfetto funzionamento di un'azienda.

Le qualità che un buon capo deve sempre avere

Dal punto di vista puramente lavorativo, un buon capo deve essere in grado di far funzionare le cose con efficienza e con la massima produttività. Spesso e volentieri capita che in ufficio i dipendenti lamentino delle mancanze: non ci sono gli strumenti adeguati, le risorse sono al limite, mancano delle informazioni e così via. Un buon capo però deve essere in grado di mettere tutti nella condizione di dare il meglio sul lavoro: è quindi importante interpellare i dipendenti stessi, chiedere loro se hanno bisogno di qualcosa, se gli strumenti a disposizione siano sufficienti e così via. 

Questo è un primo tassello che permetterà anche ai sottoposti di sentirsi importanti e di sapere che la loro opinione per il capo ha un certo peso. 

Dal punto di vista dei rapporti interpersonali, invece, un buon capo deve far sentire i propri dipendenti importanti, deve ringraziarli quando ottengono dei risultati buoni, ricompensarli, mettersi anche se necessario sul loro stesso piano, ma solo quando effettivamente se lo meritano perché altrimenti si rischia di perdere l'autorità.

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